Biografia

Guido Omezzolli nasce a Riva del Garda (TN) da una famiglia di giardinieri con la quale collabora fin dall’infanzia.
Frequenta le scuole d’obbligo dopo le quali lavora presso una ditta di impianti telefonici, ma non era certo quello il suo mondo. Ben presto si rimette allo studio giungendo alla maturità magistrale a 23 anni come privatista. Proseguirà a lavorare nel vivaio alternando incarichi d’insegnamento alle scuole elementari e quale docente di religione c/o la locale scuola professionali alberghiera. Continua nel frattempo a studiare personalmente storia, arte ed archeologia e finirà col frequentare l’Accademia delle Belle Arti, corso di scenografia, a Viterbo prima ed a Firenze poi, laureandosi con lode nel ’84.
Sempre a Firenze negli stessi anni, consegue il diploma di restauro ceramica presso l’Istituto per il restauro “Palazzo Spinelli”. Da subito inizia a lavorare anche in questo campo. Rientrato a Riva negli anni seguenti alternerà il lavoro di giardiniere con l’insegnamento nelle scuole Medie e Superiori. Collaborerà con cantieri di scavi archeologici gestiti dalla Sovrintendenza Archeologica di Trento e fonda l’associazione “Amici del Museo” con lo scopo di affiancare l’attività del museo rivano con studi, ricerche e raccolta di reperti.
Contemporaneamente si dedica alla creazione di ceramiche perfezionando con corsi e studi svariate tecniche.

Nell’88 si trasferisce a Pastoedo in Ville del Monte, Tenno, dove si ristruttura una antica torre medioevale e dove apre uno studio-atelier con la duplice attività: ricerca artistica nel campo ceramico e nel restauro.
Apre una ditta di restauri che contemplerà non soltanto il recupero delle ceramiche antiche, ma anche di affreschi e pitture murali in genere in collaborazione con lo studio trentino della dott.ssa Mathà. Durante queste collaborazioni lavora in numerosi cantieri in importanti chiese, castelli e palazzi della regione.
Singolarmente cura alcuni progetti di recupero di affreschi popolari finanziati dalla CEE nella valle del Vanoi, comune di Canal San Bovo e Valle di Non. Finito il restauro ne cura anche lo studio che è sfociato in varie pubblicazioni e più precisamente in alcuni cataloghi-guida, oltre alla progettazione di un “laboratorio-stanza del sacro” sempre nel Vanoi.

Contemporaneamente a questi impegni, continua a coltivare e sviluppare a piccoli passi la passione per la creazione di ceramiche artistiche. Partendo dalla tecnica tradizionale della maiolica per giungere intorno agli anni ’80 a conoscere la tecnica giapponese della ceramica raku. Questo genere di tecnica lo ha particolarmente colpito per i numerosi effetti antichizzanti e nello stesso tempo moderni; si è innamorato di questa tecnica perché non è statica ma bensì permette, senza cadere nel tradizionale, di poter ricercare e creare “nuovi effetti” lasciando quindi molto spazio all’inventiva per una crescita artistica sempre maggiore.

Nel ’96 chiude la ditta di restauro per dedicarsi totalmente alla ricerca tecnico-artistica col metodo raku e con i forni primitivi e tenendo corsi in collaborazione col Gruppo Arti Visive di Arco e presso la Casartisti di Tenno, l’Ecomuseo d’Orta (TO). Nel ’95 ha tenuto una sua prima mostra personale c/o lo studio della dott.ssa Mathà a Trento e nel ’99 c/o la Galleria civica rivana “G. Craffonara.
Ha partecipato a numerose mostre collettive fra cui le Biennali di pittura e scultura “ARTISTI E AMBIENTE ALPINO” tenute nel ’97 e ’99 c/o la Casartisti di Tenno e Palazzo Trentini a Trento. Nel febbraio 2000 si ripropone con una peculiare mostra sul tema della “terra” in una personale sempre alla Galleria “G.Craffonara”, riscontrando un buon successo. Nel 2001 si presenta col tema “Acqua”, altro elemento della tecnica raku, presso Palazzo dei Panni ad Arco, ( in concomitanza con una mostra su “Luoghi ed usi dell’acqua nel territorio di Arco”), e nel 2002 c/o la Galleria il Transito (Arco) interpretando l’altro elemento del “Fuoco”. Nel 2003 ha allestito in una antica chiesa una mostra sul tema “Aria-spirito” con personale performance di apertura. Nel 2005 è stata la volta di una singolare mostra sul tema dell’albero inteso come elemento vivente da rispettare per far fronte ai problemi ecologici.
Nel 2005 ha sviluppato una nuova tecnica che partendo dal raku di base, ha modificato utilizzando i forni primitivi arrivando ad ottenere notevoli effetti arcaici ingentiliti infine con l’aggiunta della foglia d’oro; ne è risultato un effetto che dona alle opere un senso archeologico di mistero. Con questa tecnica si è presentato ad Arco (TN) nel 2005 con una mostra di 100 statue, (alcune alte oltre i mt.2), a Berna (CH), a Bressanone (2007) e altrove, ottenendo un grande successo di pubblico.

Nell’ agosto 2008 si presenta con una singolare mostra-performance, (inserita in “Parallel Events to Manifesta7”), presso l’eremo-chiesetta di S. Maria Maddalena, sul m.te Rocchetta di Riva del Garda, intitolata “STORIE DI TERRE”: la cappella è stata allestita con una miriade di sculture-menhir unitamente ad un video che mostrava il suo approccio fecondo con la terra, attraverso la cura dell’orto, la lavorazione della creta, le scoperte archeologiche. Tuttora prosegue la sua attività di ricerca sperimentando varie tecniche con miscele di crete, ingobbi, terre ed ossidi utilizzando un forno ecologico a legna autocostruito, ( con la collaborazione di G. Crippa).

Prosegue di pari passo la sua attività espositiva, anche all’estero, alternando il lavoro nel suo orto-giardino-laboratorio, ... all’ombra della torre con vista sul lago.

La sua attività prosegue con numerose mostre collettive ma cura soprattutto altre più impegnative contaminandosi anche con letteratura/teatro/musica come nel caso delle due edizioni “ha luogo” 2009 e seguito “ha luogo ..la storia “ 2010 e così pure l’evento estivo del “Giardino segreto” a Bressanone (2011) che ha incluso momenti di poesia e conferenze.

Il suo costante interesse per il rispetto della Natura lo ha spinto a cementarsi sul tema dell’acqua curando una singolare mostra negli avvolti del Palazzo von Morenberg di Sarnonico ispirandosi alle autoctone divinità delle fonti denominate Anguane, (“La fonte delle Anguane ,2012). Con lo stesso tema realizza un installazione alla galleria/vetrina del Transito (2012) con un titolo che suona quale individuale monito: “Salviamo l’acqua fino all’ultima goccia”. Cotinua la ricerca/impegno legato alle tematiche ecologiche scavando nel tempo primordiale legato al “seme” inteso come inizio della vita e di ogni ispirazione ma anche impegno: “SEMEIA” è stata un’ altra importante mostra-performance con più eventi intesa a recuperare anche un luogo storico del paesaggio nella val del Sarca ricco di simbologie. Il tema del seme si è spinto fin oltre in un viaggio a ritroso a scoprire le nostre radici: l’UOVO! con l’installazione (n)UOVA(idea) (Transito, Arco 2016), il tema e la domanda si fa ancor più misterica o se vogliamo mistica: “da dove veniamo e dove andiamo?”.

Nel 2016 torna in compagnia dell’architetto e amico A. Fiorenzato con una personale a Palazzo Libera, (V foto) con un’installazione nel giardino che unisce acqua e semi: “la pioggia primordiale sui semi” ... simbolicamente ora i semi maturano nella terra/TERRA

A ciò valga il seguente scritto dai quaderni personali:
“La crisi economica di questi ultimi anni può aver influito e rallentato il mio impegno espositivo unitamente all’attività dei corsi e/o altro ma nulla ha scalfito la mia ricerca di uomo teso verso una continua ricerca della spiritualità attraverso l’arte. Non ho subito costrizioni “sociali”, piuttosto mi sento sempre di più spinto a ripudiare la “corsa macchinosa della civiltà cibernetica”… per dedicarmi sempre più a coltivare la propria Ricerca-Interiore con uno sguardo verso una “nuova visione” (e non possesso).
In questa ottica si è rallentata la mia attività artistica vera e propria per dare ora un iato più ampio e alto non alla terra (intesa come creta), ma bensì alla terra intesa come MADRETERRA in un momento storico dove invece il “progresso per forza” sembra averla dimenticata.
Spesso mi chiedo qual è la missione dell’artista moderno dentro il miasma delle infinite e scoordinate attuali correnti moderne, mi sembra che le risposte sono tante, (ed è giusto tali siano), spesso scelte da critici prezzolati o di facili orientamenti … Per me in questo momento, sento che devo aiutare la Terra e in questa direzione tengo incontri conferenze nel mio “hortus conclusus” allo scopo di conoscere, coltivare e utilizzare erbe aromatiche, verdure e piccoli frutti.
Non son interessato a rincorrere al potere/successo e prosperità materiale ma al perseguimento di una vita a costante contatto con la Natura, i giardini e gli orti ... dove spesso silenzio, wildness, solitudine e oscurità possono offrirmi premi e doni ben più preziosi per ricondurmi sempre più alla serenità."